Calcio e ossa: verità scientifiche

29 Ottobre 2007 By Paolo Palmas

Da tempo molta letteratura scientifica documenta i possibili danni indotti sull’uomo dalle terapie a base di calcio, spesso raccomandate in svariate condizioni morbose, su tutte l’osteoporosi. Un interessante lavoro pubblicato su Lancet (Grant AM et al, Lancet 2005; 365: 1621-1628) riporta l’inutilità della supplementazione di calcio in persone anziane, in precedenza già esposte a fratture ossee. Lo studio è stato condotto nel Regno Unito, su un gruppo di oltre 5000 persone di età pari o superiore a 70 anni, di cui oltre 4400 donne. Ai partecipanti sono state somministrate integrazioni a base di solo calcio, di sola vitamina D3 o la combinazione di entrambi; il monitoraggio è durato da 24 a 62 mesi. I dati emersi non permettono di raccomandare la supplementazione di calcio e di vitamina D3, sia soli sia in combinazione tra loro, per la prevenzione di ulteriori fratture nelle persone anziane.
Questo dato si aggiunge alle molteplici evidenze che sconsigliano terapie a base di calcio; più volte è stato documentato che la durezza dell’osso, per esempio, può favorire la genesi di tumori mammari, soprattutto nelle donne in terapia antiosteoporotica, e che l’eccesso di calcio, anche attraverso l’abuso di latte e derivati, può concorrere ad aumentare il rischio di tumore prostatico nell’uomo (Mitrou PN et al, Int J Cancer 2007 Jun 1; 120(11): 2466-73). E’ bene ricordare che il miglior fattore di protezione per le donne a rischio rimane la raccomandazione di una moderata ma costante attività fisica, che migliora molto il trofismo osseo; dal punto di vista alimentare una dieta ricca in vegetali garantisce il corretto apporto di calcio. Le scelte alimentari dovrebbero mirare inoltre al mantenimento di un adeguato equilibrio acido-base, fattore questo che, se conservato, aumenta la possibilità di fissazione del calcio sull’osso. Alcuni alimenti, come ad esempio i sopracitati latticini, aumentano il rischio di acidificazione tissutale, peculiare caratteristica del loro catabolismo proteico, e sono quindi sconsigliati in queste situazioni. Tutti gli alimenti portatori di fattori alcalinizzanti (frutta e verdura, ma non tutta!) sono invece da preferire; attenzione però ad alcuni ortaggi, come spinaci, cardi e rape, perchè l’alta presenza di ossalati ostacola l’assorbimento del calcio. Infine non bisogna trascurare l’eventuale presenza di uno stimolo infiammatorio persistente, talora causato dalla presenza di intolleranze alimentari, le quali concorrono ad alterare l’equilibrio di cui si è parlato (per contatti e informazioni sulle intolleranze alimentari clicca qui).

Staff Nutrifood.