In linea con la prima colazione
25 Febbraio 2008L’influenza delle abitudini alimentari sullo stato di salute e l’importanza dello stile di vita nella prevenzione delle malattie, sono aspetti ormai consolidati nella Letteratura scientifica che si arricchiscono di continue conferme.
Un interessante studio olandese pubblicato nel mese di Novembre scorso sull’ European Journal of Clinical Nutrition, riporta i risultati di una ricerca condotta su un alto numero di adolescenti a rischio di sovrappeso e obesità in funzione del regime alimentare e dello stile di vita osservato. L’analisi ha coinvolto oltre 25000 studenti, suddivisi in due fasce di età, 13-14 anni e 15-16 anni, reperiti in 7 diverse comunità sanitarie; le variabili indagate sono state la mancanza della prima colazione, il consumo di alcol e l’inattività fisica. In entrambi i gruppi di età, l’abuso di bevande alcoliche, l’assenza di attività fisica e la tendenza a saltare la prima colazione sono stati significativamente associati ad una maggior facilità a sviluppare sovrappeso: in particolare si è concluso che, in questo senso, l’assenza della colazione rappresenta senza dubbio il maggior fattore di rischio. Curiosamente queste associazioni si sono evidenziate con maggior chiarezza nel gruppo di adolescenti di 13-14 anni.
Nutrifood ha già trattato questo fenomeno particolarmente inquietante nei giovani; i lavori pubblicati forniscono nuovi strumenti di lavoro per gli operatori del settore e per le famiglie, al fine di arginare un fenomeno in preoccupante ascesa, che non mostra segni di rallentamento.
La prima colazione rappresenta un momento decisivo della programmazione nutrizionale quotidiana; la sua assenza conduce irrimediabilmente ad una maggior sensibilità ai carboidrati, e ad un inevitabile aumento di peso nella maggior parte della popolazione. Trovare il tempo per evitare lo “skipping breakfast” è il primo passo per cercare di impostare la propria vita in un’ottica di prevenzione.
La scelta dei cibi da consumare dovrebbe, come sempre, essere adeguata alle reali necessità individuali, e rispettare l’assetto biologico personale, oltre che la eventuale presenza di intolleranze alimentari.
Alla luce di questi dati, è più facile capire la celebre frase di G. Ohsawa “Siamo quello che mangiamo”.
Staff Nutrifood.