Le intolleranze favoriscono il sovrappeso

12 Giugno 2008 By Paolo Palmas
Le ipersensibilità alimentari, ancor oggi oggetto di valutazioni contrastanti da parte della comunità scientifica accademica, sono considerate da molti Autori alla base di svariati processi infiammatori. Le risposte personali verso cibi non tollerati, magari introdotti con sistematicità, potrebbero rappresentare uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di patologie anche croniche.
Nutrifood sostiene da tempo l’importanza, nella prevenzione, di un approccio nutrizionale individuale e specifico, nel quale le informazioni acquisite attraverso la ricerca scientifica possano integrare le necessità biologiche del soggetto.
Una recente pubblicazione (Int J Obes, 2007 Sep;31(9):1420-8) ha evidenziato il legame esistente tra obesità ed infiammazione cronica di basso grado, come quella osservata in presenza di intolleranze alimentari; in particolare gli Autori ipotizzano che gli elementi dell’infiammazione riscontrati negli adipociti di soggetti obesi possano interferire nella regolazione della resistenza all’insulina, ostacolando quindi la perdita del peso e contribuendo ad aumentare il rischio di sviluppare diabete di tipo 2.
Il risultato di questo lavoro conferma indicazioni già note ai nutrizionisti moderni; la dietologia classica, basata su regimi alimentari ipocalorici e grammature rigide, è destinata a fallire se non viene modulata da informazioni specifiche per ogni singolo individuo, come per esempio la conoscenza di eventuali intolleranze o la valutazione dei parametri di biocompatibilità alimentare.
Combinare nel modo giusto carboidrati e proteine, limitare il consumo di alimenti ad alto indice glicemico e svolgere una congrua attività fisica di tipo aerobico, sono ulteriori strumenti di personalizzazione che ogni individuo dovrebbe acquisire ed utilizzare per garantire il proprio stato di salute.
Paolo Palmas
Naturopata Nutrizionista, Resp. Nutrigroup