Per un corretto svolgimento delle funzioni cellulari è necessario che nell’organismo sia mantenuto un adeguato equilibrio acido-base, che invece viene spesso compromesso dall’elevata presenza di scorie acide in eccesso. Oltre all’età (l’invecchiamento favorisce la produzione di acidi che si accumulano nella matrice cellulare), molti dei fattori determinanti l’acidosi tissutale sono legati ad errati stili di vita; tra questi, i più rilevanti sono l’eccesso nella dieta di alimenti ad alta potenzialità acidificante (come alcuni tipi di carne, e soprattutto formaggi e salumi), l’inadeguato consumo di cibi alcalinizzanti (come frutta e verdura, anche se con potenzialità differenti in funzione della qualità), lo stress psicofisico, la presenza di ipersensibilità alimentari, la vita sedentaria e le attività sportive molto intense, l’abuso di alcool e l’abitudine al fumo, l’insufficiente apporto di liquidi nella giornata. Le conseguenze di questo squilibrio possono portare nel tempo a condizioni anche gravi, tra cui l’osteoporosi. Negli ultimi anni la Letteratura scientifica internazionale ha posto molta attenzione all’attività preventiva svolta da un programma nutrizionale ricco di fattori tamponanti, come frutta e verdura, in contrapposizione ad uno stile alimentare che potremmo definire tipicamente occidentale, in cui l’elevato consumo di una certa categoria di proteine favorisce l’insorgenza di uno stato acidosico. Secondo alcuni studi, alla normale produzione acida derivante dalla fisiologia digestiva, il carico acido aumenterebbe anche per l’eccesso proteico alimentare non adeguatamente compensato da elementi alcalinizzanti, come quelli presenti in gran parte del regno vegetale; in queste condizioni l’organismo necessita di un’attività tampone particolarmente efficace, sostenuta soprattutto dall’osso, che cede sali di calcio per riportare l’equilibrio. Questo meccanismo sarebbe uno dei principali eventi favorenti l’osteoporosi.
Per contrastare l’evoluzione dell’acidosi allora quali strumenti si possono utilizzare? Si è già menzionata l’importanza del profilo nutrizionale (adeguatamente bilanciato nel rapporto acido-base), del controllo delle eventuali intolleranze alimentari (che aumentando lo stimolo infiammatorio, contribuiscono ad aggravare il quadro) e del miglioramento dello stile di vita; un ulteriore aiuto può derivare dalla corretta supplementazione di sali ad attività alcalinizzante, in grado di fornire un valido supporto all’azione tampone richiesta. Molti documenti scientifici dimostrano, per esempio, che l’impiego di bicarbonati di potassio come supplemento alla dieta, in dosi sufficienti a neutralizzare gli acidi endogeni, può migliorare significativamente i parametri del metabolismo dell’osso, soprattutto nelle donne in menopausa, limitando il riassorbimento della matrice inorganica ed aumentandone la neoformazione (Sebastian et al, New Engl J Med. 1994 Jun 23; 330 (25): 1776-81). I bicarbonati costituiscono il più potente tampone extracellulare a disposizione: la loro supplementazione alla dieta sembra essere un valido strumento di prevenzione sull’acidosi metabolica, che come si è visto, può condurre l’organismo che ne soffre a conseguenze patologiche anche importanti.
Staff Nutrifood