Le fibre alimentari riducono l’infiammazione

7 Aprile 2009 By Paolo Palmas

La proteina C reattiva (PCR) è considerata un sensibile marker dell’infiammazione ed un fattore predittivo di malattie cardiovascolari. In molti studi epidemiologici l’aumentata assunzione di fibre alimentari con la dieta è sempre stata associata ad una riduzione dei livelli ematici di PCR e di malattie cardiache. Una recente revisione di 7 trials clinici disponibili, pubblicata sull’ European Journal of Clinical Nutrition nello scorso mese di febbraio, ha potuto documentare la netta riduzione delle concentrazioni plasmatiche di proteina C reattiva con l’aumento di fibre alimentari nella dieta (da 3,3 a 7,8 g/Mj). I meccanismi con cui gli Autori spiegano questa associazione potrebbero interessare la perdita del peso e la modulazione di alcuni parametri biochimici legati all’infiammazione silente, come l’insulina, il glucosio ematico, gli acidi grassi e l’interleuchina-6.

Di questi, il metabolismo degli acidi grassi risulta oggi di particolare interesse. Molte ricerche scientifiche evidenziano un miglior controllo dell’infiammazione silente (l’infiammazione cellulare non percepibile dal soggetto) attraverso la modulazione con la dieta di particolari ormoni detti eicosanoidi, che derivano dagli acidi grassi. Le pratiche alimentari caratterizzate da un elevato impatto glicemico determinano una ipersecrezione insulinica, la quale potenzia l’azione di una desaturasi in grado di produrre acido arachidonico, un acido grasso a lunga catena da cui derivano fattori infiammatori; viceversa l’inibizione di questa via, anche attraverso la programmazione di una condotta alimentare che rispetta la “calma insulinemica”, permette l’inibizione di questo processo, con una maggior produzione di eicosanoidi ad azione antinfiammatoria, che svolgono senza dubbio un’efficace azione di prevenzione anche a livello cardiovascolare.

Staff Nutrifood.