Insulina, infiammazione ed obesità

27 Maggio 2009 By Paolo Palmas
Negli ultimi anni si è consolidata la forte relazione tra malattie degenerative ed obesità; in effetti il tessuto adiposo costituisce una fonte importante di cellule ad attività infiammatoria, le quali, se non contrastate, possono alterare la struttura del tessuto colpito fino a danneggiarlo in modo irreparabile. L’obesità inoltre determina “resistenza all’insulina”, condizione biologica caratterizzata da una sempre più bassa risposta dei recettori cellulari all’azione di quest’ormone; al fine di garantire un’adeguata riduzione degli zuccheri nel sangue, il pancreas endocrino è obbligato ad aumentare la produzione di insulina, la quale ha conseguenze metaboliche non trascurabili. Si ricorda che tra le condizioni associate ad aumento della resistenza insulinica vi sono, oltre l’obesità, patologie come il cancro, le malattie cardiache, il diabete di tipo 2, l’ipertensione e la policistosi ovarica. Oltre ad aumentare la produzione di fattori infiammatori, l’aumento dell’insulina favorisce l’immagazzinamento delle calorie sotto forma di grassi, impedendo al tempo stesso il loro rilascio dal tessuto adiposo per la produzione di energia.
Da quanto esposto, il modo migliore per controllare il sovrappeso e l’infiammazione cellulare è abbassare i livelli elevati di insulina nel sangue. Alla Harvard Medical School è stato dimostrato che la dieta influenza enormemente questo equilibrio ormonale: la comparazione di differenti schemi dietetici isocalorici ha permesso di osservare una più evidente riduzione dei livelli di insulina con programmi a moderato carico glicemico, caratterizzati dalla giusta combinazione di carboidrati e proteine nel pasto (Agus et al, Am J Clin Nutr. 2000 Apr; 71(4):901-7).
Inoltre, mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue significa controllare più efficacemente la fame. Il glucosio è il carburante del cervello: non può esserci senso di fame finchè a livello cerebrale viene percepita un’adeguata quota di glucosio. Il modo migliore per stabilizzare la glicemia è dunque assicurarsi di non elevare troppo l’insulina nel sangue: il consumo di carboidrati e proteine magre ad ogni pasto permette di stabilizzare l’equilibrio dinamico tra insulina e glucagone (ormone di consumo, antagonista all’insulina, che permette il rilascio degli zuccheri immagazzinati nel fegato), e consente di controllare permanentemente l’appetito.
Staff Nutrifood.