Sale e infiammazione sistemica
7 Giugno 2009Una dieta povera in sale può certamente avere effetti favorevoli sulla salute ed in termini di prevenzione, non soltanto a livello cardiovascolare. Molti studi epidemiologici in passato hanno suggerito un’associazione diretta tra il ridotto consumo di sodio alimentare e la riduzione della mortalità per ogni tipo di causa.
In un recente studio pubblicato sull’ American Journal of Clinical Nutrition (Am J Clin Nutr. 2009 Jun;89(6):1901-4) si è ipotizzato che il maggior consumo di sale potesse determinare un incremento dei markers dell’infiammazione, e quindi costituire un fattore di rischio per le malattie croniche. Nel lavoro in questione sono stati selezionati in modo casuale 1597 partecipanti (su un campione di 2633 individui), ai quali sono stati misurati l’escrezione urinaria di sodio ed i livelli ematici di proteina C-reattiva, uno dei principali marker dell’infiammazione. I risultati hanno evidenziato una relazione diretta tra incremento dell’escrezione di sodio nelle 24 ore ed aumento dei valori di proteina C-reattiva nel siero. A ben vedere, l’aggiustamento dei dati ottenuti con la valutazione dell’indice di massa corporea, meriterebbe di impostare il ragionamento su altri binari; in questo senso non sarebbe tanto il consumo di sodio alimentare a provocare infiammazione, quanto l’incremento ponderale che consegue solitamente ad un aumento del consumo di alimenti particolarmente ricchi di sale, come per esempio prodotti da forno, alimenti industriali, latticini ed insaccati. Questo dato, già ripreso da Nutrigroup, permette di consolidare l’ipotesi scientifica secondo cui il tessuto adiposo, ed in particolare quello viscerale addominale, concorre alla formazione di sostanze di natura endocrina in grado di aumentare l’infiammazione cellulare; nei soggetti obesi inoltre, a causa della maggior resistenza all’insulina, si determina spesso un iperinsulinismo in grado di aumentare l’infiammazione silente a livello cellulare, contribuendo ad aggravare il quadro esistente.
In sintesi, controllare la risposta insulinica attraverso la modulazione nella dieta di carboidrati, grassi e proteine, e limitare il consumo del sale alimentare, costituiscono dunque atteggiamenti preventivi da attuare per abbassare il rischio d’infiammazione sistemica e di malattia cronica.
Staff Nutrigroup.