Nuova influenza: vaccino pericoloso?

7 Ottobre 2009 By Paolo Palmas
Tra qualche settimana partiranno le vaccinazioni contro la temuta influenza A/H1N1; si presume che almeno il 40% della popolazione, in tempi differenti, potrà fruire delle dosi vaccinali messe a disposizione dal Ministero.
Molti studiosi, non in linea con le correnti accademiche, sostengono che il vaccino possa essere pericoloso per l’uomo più di quanto possa esserlo la contrazione del virus, sia per la scarsa applicazione di test di convalida, sia per la presenza di coadiuvanti decisamente pericolosi. Gli immuno-coadiuvanti sono sostanze aggiunte agli antigeni virali presenti nei vaccini con lo scopo di potenziare artificialmente la risposta immunitaria dei soggetti sottoposti alla pratica vaccinale; in questo modo le case farmaceutiche possono ridurre la quantità di dose per vaccino, rendendo disponibili un maggior numero di dosi per le campagne di vaccinazione di massa. Il coadiuvante utilizzato dalla Glaxo e dalla Novartis, le due principali case farmaceutiche che producono il vaccino in questione, è lo squalene, una sostanza oleosa che potrebbe essere responsabile di gravi effetti collaterali. Una ricerca del 2000, pubblicata sull’American Journal of Pathology (The Endogenous Adjuvant Squalene Can Induce a Chronic T-cell-Mediated Arthritis in Rats) ha dimostrato che una singola iniezione di squalene nei topi attiva un’infiammazione cronica a livello articolare, provocando artrite reumatoide.
Nell’uomo lo squalene si trova naturalmente nel tessuto nervoso e nel cervello. La differenza tra squalene “buono” e “cattivo” è rappresentata dalla via di penetrazione; si ipotizza che l’ingresso attraverso l’inoculazione vaccinale produca un abnorme aumento della risposta anticorpale contro lo squalene iniettato, favorendo lo sviluppo di una risposta autoimmune.
E’ bene ricordare che lo squalene fu anche utilizzato nella vaccinazione contro l’antrace dei veterani della Guerra del Golfo, la maggior parte dei quali (circa il 95%) sviluppò la relativa sindrome (Gulf War Syndrome) caratterizzata da artrite, fatica cronica, emicranie, ulcere cutanee, attacchi epilettici, disturbi neuropsichiatrici, anemia, sclerosi multipla, sindrome di Sjogreen, e altre manifestazioni cliniche. In tutti i soggetti colpiti da questa sindrome fu dimostrata nel sangue la presenza di anticorpi contro lo squalene.
Come già pubblicato da Nutrifood è bene dunque potenziare in primo luogo le naturali difese immunitarie dell’organismo; un’attenta e specifica condotta alimentare, una buona supplementazione di fattori antiossidanti e la regolare pratica di attività fisica, costituiscono, insieme alle classiche norme igienico-sanitarie, le prime importanti linee di difesa da adottare.
Staff Nutrifood