Obesità addominale e rischio cardiovascolare
17 Gennaio 2011E’ ormai ampiamente documentata in Letteratura l’associazione tra obesità addominale e aumento del rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e malattie coronariche. In realtà questa associazione viene riferita al grasso addominale viscerale e non a quello sottocutaneo, pertanto la semplice valutazione della circonferenza vita potrebbe non rappresentare un indicatore preciso. Si ricorda che, da protocollo, la circonferenza addominale non dovrebbe superare i 102 cm nell’uomo e gli 88 cm nella donna (anche se attualmente vi è una revisione al ribasso).
In questo senso è stata proposta, per la stima del rischio cardiovascolare, una valutazione più precisa e attendibile attraverso la combinazione di valori elevati di circonferenza addominale ed alti livelli di trigliceridi circolanti. In un recente studio (Arsenault BJ et al, CMAJ, 2010 Jul 19) sono state osservate per 10 anni 21787 persone, uomini e donne, di età compresa tra 45 e 79 anni, suddivise in base alla presenza o meno di ipertrigliceridemia e obesità addominale; al termine della valutazione si sono registrati incidenti coronarici in 2109 soggetti, con un rischio significativamente superiore per coloro che presentavano un profilo lipidico caratterizzato da trigliceridi elevati nel sangue e circonferenza addominale oltre i limiti, rispetto agli individui che presentavano solo un’obesità addominale senza ipertrigliceridemia associata. Inoltre, nei soggetti con presenza di entrambi i fattori di rischio, era osservabile in misura maggiore ipertensione arteriosa ed una riduzione del colesterolo HDL circolante, che come noto costituisce un fattore di protezione contro le malattie cardiovascolari.
A tal proposito è bene ricordare che, al contrario della semplice valutazione del colesterolo ematico, uno dei più attendibili indicatori di rischio cardiocircolatorio è rappresentato dal rapporto TG/HDL ( Gaziano et al, Circulation 96 2520;1997), che dovrebbe essere non superiore a 1,5.
In conclusione, i risultati dimostrano la maggior attendibilità, nella valutazione del rischio coronarico, dell’associazione tra ipertrigliceridemia e obesità addominale, che possono pertanto essere considerati come dei markers attendibili del rischio in questione.
Staff Nutrifood.