Nessuna correlazione tra cibo biologico e protezione tumorale
15 Giugno 2014Da molti anni si dibatte sull’opportunità salutistica di consumare cibi biologici (Organic Food) per abbattere il rischio di sviluppare alcune delle più comuni forme tumorali che colpiscono l’umanità. Nel tempo diversi studi hanno documentato risultati contrastanti, e certamente ancor oggi non vi sono dati così eclatanti sulla loro reale efficacia.
Nutrigroup ha già affrontato il problema molti anni fa, commentando un articolo pubblicato su Cancer, quando si iniziavano a cercare conferme sulla reale opportunità di un’alimentazione biologica, priva di pesticidi, antifungini, antibatterici e via dicendo. Riconoscendo idealmente come auspicabile una condotta nutrizionale priva di prodotti chimici potenzialmente tossici, è davvero sensato dibattere solo sull’efficacia di cibi classificati come biologici e permettere il consumo per anni di acque potabili contaminate, per esempio, da arsenico e tenute sottaciute all’opinione pubblica per diverso tempo?
I risultati pubblicati già nel 2007 dall’ Istituto Superiore di Sanità hanno smentito i dati allarmanti di alcune organizzazioni politiche riguardanti il consumo di prodotti agroalimentari coltivati tradizionalmente, paragonabili dal punto di vista organolettico sostanzialmente a quelli acquistati nei negozi biologici.
Un recente studio britannico pubblicato sul British Journal of Cancer nel mese di aprile ha di fatto confermato l’assenza di protezione tumorale da parte di un’alimentazione cosiddetta “biologica”; nel lavoro, condotto su un campione di 623080 donne seguite per un periodo di oltre 9 anni, sono state osservate le incidenze di alcune tra le più importanti forme tumorali rispetto alla scelta di seguire spesso (o sempre) un’abitudine alimentare biologica (circa il 70% delle intervistate) oppure mai (circa il 30%). I risultati dimostrano un’incidenza tumorale pressoché sovrapponibile nei due gruppi, con addirittura un aumento del 9% dei tumori della mammella nelle consumatrici di prodotti biologici; per alcuni linfomi non-Hodgkin invece si è osservata una prevalenza nel gruppo di donne consumatrici di prodotti tradizionalmente non biologici.
Variare le scelte alimentari, preferire vegetali colorati e di stagione, controllare le intolleranze personali, consumare pasti bilanciati per limitare la cosiddetta infiammazione da cibo e utilizzare sistematicamente fattori antiossidanti ci sembrano i cardini di una nutrizione davvero in grado di agire in senso epigenetico sul controllo della salute, favorendo la prevenzione primaria.
Paolo Palmas
Naturopata Nutrizionista, Resp. Nutrigroup Servizi