Idratazione inadeguata a tutte le età
13 Giugno 2015Come noto l’uomo è prevalentemente costituito da acqua, e la mancanza di idratazione determina subito notevoli problemi all’organismo, contrariamente alla mancanza di cibo, tollerata per più tempo dal nostro sistema biologico. Nonostante sia diffusa la consapevolezza della necessità di fornire ogni giorno un’adeguata dose di liquidi, i riscontri nella quotidianità della popolazione sono ancora inadeguati.
Spesso ci si dimentica che l’organismo è composto per circa il 70% da acqua, una quota che è necessario mantenere per l’efficienza degli organi.
Ogni giorno una parte viene ceduta all’ambiente attraverso le cosiddette perdite “sensibili” (urine, feci, sudore) e “insensibili” (espirazione e traspirazione cutanea): queste perdite sono condizionate dalla temperatura esterna, dal grado di umidità, dall’altitudine e dalla pressione atmosferica, oltre che da variabili soggettive come temperatura corporea, stato di salute, assunzione di farmaci e tipo di alimentazione. Ecco perché diventa fondamentale prestare più attenzione a garantire giornalmente i giusti apporti di acqua.
Le tabelle di riferimento LARN del 2012 indicano nei bambini la necessità di un apporto di liquidi totale che varia da 1200 a 1900 ml/die, nei maschi adulti di 2500 ml/die e nelle femmine adulte di 2000 ml/die; si precisa che dai cibi (frutta e verdura in primis) è possibile ottenere non più del 30% di queste quote raccomandate.
L’attività di ogni cellula si altera sia quando il livello di idratazione cellulare si riduce, sia quando è troppo elevato; in generale va però detto che gli studi di popolazione continuano a dimostrare che si beve troppo poco, e sono rarissimi i casi di iperidratazione, ragion per cui l’attenzione è solitamente focalizzata sulle conseguenze della disidratazione.
Gli stadi di disidratazione lieve o moderata si associano a secchezza delle labbra e del cavo orale, stanchezza, ridotta efficienza fisica e mentale, cefalea, cute secca e riduzione delle minzioni; nei casi gravi invece insorgono irritabilità, sonnolenza, stato confusionale, ipotensione e tachicardia.
Importante anche non fidarsi troppo dello stimolo della sete, soprattutto nei bambini e negli anziani, e idratarsi con regolarità nell’arco della giornata, cercando di limitare il consumo di acqua ai pasti principali per non affaticare la fase digestiva.
Oltre ai bambini ed agli anziani, è opportuno considerare con particolare attenzione anche le donne in gravidanza o le mamme che allattano, le quali dovrebbero incrementare l’apporto idrico minimo giornaliero.
Paolo Palmas
Naturopata Nutrizionista, Resp. Nutrigroup