Correzione dello stile di vita, in 5 anni migliora il rischio cardiovascolare

4 Ottobre 2016 By Paolo Palmas
Gli interventi sulla popolazione volti a monitorare e ridurre il rischio cardiovascolare dovrebbero nel prossimo futuro esser considerati con sempre maggior peso dai vari sistemi sanitari mondiali; come noto, la maggior parte di questi fattori di rischio sono modificabili (condotta alimentare, profilo lipidico, glicemia, pressione arteriosa, abitudine al fumo, sedentarietà), e anche modesti miglioramenti possono influire in maniera significativa sull’incidenza di eventi cardiovascolari.
In un recente studio statunitense pubblicato sull’American Heart Journal e pubblicato online (Am Heart J, doi:10.1016/j.ahj.2016.02.006) sono state seguite le abitudini alimentari e di vita di 7855 adulti di età compresa tra 40 e 79 anni, uomini e donne, per 2 differenti periodi di follow-up, ognuno della durata di 2 anni; dopo 5 anni, la correzione dei comportamenti associati a maggior rischio cardiovascolare (sovrappeso, obesità, sedentarietà, scarso apporto di antiossidanti con la dieta, dislipidemia, ecc) ha certificato una riduzione della pressione arteriosa entro i limiti definiti dalle linee guida per oltre l’85% dei partecipanti, un abbattimento della colesterolemia LDL per oltre il 71%, ed un miglioramento della trigliceridemia e della glicemia per quasi tutta la popolazione seguita.
Questo lavoro dimostra che interventi di popolazione, e non solo personali, mirati al miglioramento dei parametri di rischio cardiovascolari possono condurre a significativi miglioramenti sulla riduzione degli eventi avversi; la programmazione di incontri di consulenza gratuita, lezioni pratiche di sana alimentazione, corsi di meditazione, conferenze di educazione nutrizionale, interventi per incoraggiare l’attività fisica (in palestra come all’aperto), dovrebbe dunque esser formalizzata per migliorare la salute dei cittadini, abbattere il costo sociale e personale, e favorire la lotta all’infarto e alle malattie vascolari.
L’adeguamento individuale delle scelte alimentari, con la valutazione dei propri parametri costituzionali (intolleranze, profilo biologico, ecc) potrebbe poi render specifico il programma di prevenzione, e ulteriormente migliorare la salute di ciascun individuo, allontanando così lo spettro della prima causa di morte dei paesi industrializzati .
 
Paolo Palmas
Naturopata Nutrizionista, Resp. Nutrigroup