Organic Food: sospetti sul biologico
31 Ottobre 2007Negli ultimi anni le aziende agricole produttrici di alimenti cosiddetti “biologici” sono cresciute in maniera esponenziale, anche grazie alla spinta di una parte del mondo politico, che ha di fatto messo al bando molti dei prodotti chimici utilizzati tradizionalmente. In effetti numerosi studi documentano una minor tossicità e un maggior contenuto di antiossidanti nei cibi catalogati come biologici. Uno di questi lavori, pubblicato sul New Scientist Magazine nel mese di luglio scorso e durato circa 10 anni, ha permesso ai ricercatori della University of California di Davis di affermare che i pomodori coltivati in forma organica (biologica) contengono livelli più alti di flavonoidi protettivi rispetto ai pomodori coltivati in senso convenzionale; in particolare è stata ritrovata una quantità di Quercetina più alta del 79% e di Kempferolo più alta del 97% rispetto alle quantità misurate nei pomodori non organici. La spiegazione, secondo gli studiosi, andrebbe ricercata nella carenza di azoto nel terreno, che stimolerebbe la pianta a produrre flavonoidi in misura superiore come meccanismo di difesa. Si ricorda che i fertilizzanti ammessi nell’agricoltura tradizionale sono invece ricchi di azoto, e questa peculiarità ostacolerebbe la naturale produzione di flavonoidi. A livello nutrizionale è nota l’attività preventiva dei flavonoidi antiossidanti verso le malattie cardiovascolari, su tutte l’infarto del miocardio.
D’altra parte questi dati non sembrano trovare conferme in altri studi. Una commissione scientifica sulle cause del cancro, condotta dal National Institute of Canada e diretta dal tossicologo Len Ritter, con una relazione su Cancer ha escluso ogni influenza epidemiologica dei pesticidi sintetici sulla mortalità da tumori, sottolineando invece il ruolo devastante del fumo di tabacco; curiosamente questa pianta viene spesso usata in forma di decotto come pesticida naturale dagli agricoltori biologici.
I dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità in merito alle indagini nei negozi italiani riguardanti i prodotti agroalimentari coltivati tradizionalmente, smentiscono i dati allarmanti diffusi da alcune organizzazioni politiche e non; su oltre 10.000 campioni prelevati, il 30 % circa dei campioni presentava residui tossici ben al di sotto dei limiti consentiti, e oltre il 68 % addirittura non segnalava la presenza di sostanze dannose. Significa che i vegetali che acquistiamo ogni giorno al market sotto casa sono paragonabili a quelli acquistati nei negozi biologici, che però costano fino al 300 % in più!
La confusione dunque regna sovrana; Nutrigroup seguirà con interesse i probabili sviluppi scientifici, e documenterà gli eventuali aggiornamenti. In attesa di risultati maggiormente “concordanti” raccomandiamo il consumo di una porzione di frutta e due porzioni di verdura al giorno, precisando che per ridurre al minimo il rischio di sovraccarico da pesticidi ed altre sostanze tossiche eventualmente presenti è determinante orientarsi verso la stagionalità dei cibi. Un’insalata di pomodori o una macedonia di fragole, lamponi e mirtilli consumata a Natale, qualche riflessione dovrebbe comunque destarla.
Staff Nutrigroup.