Associazioni alimentari nell’asma

15 Novembre 2007 By Paolo Palmas

L’asma bronchiale è una condizione morbosa ad eziologia polifattoriale, in cui la condotta alimentare riveste un ruolo importante. Molte indagini epidemiologiche rivelano sempre più frequentemente un aumento delle crisi con l’assunzione di alcuni cibi. Partendo dalla segnalazione di alcuni lavori di notevole interesse, Nutrifood cercherà di proporre dei suggerimenti nutrizionali da seguire in caso di malattia asmatica, ferma restando la valutazione clinica da parte del medico di fiducia.
  • In uno di questi lavori (Am. J. Respir. Crit. Care Med., October 1, 2004; 170(7): 725-729) viene sottolineata l’importanza delle abitudini dietetiche, che dovrebbero prevedere un maggior consumo di cibi naturali, soprattutto frutta e verdura di stagione (ma non tutta, come vedremo), per favorire un miglioramento delle condizioni cliniche del soggetto asmatico. Spesso lo stato infiammatorio è sostenuto anche da una ridotta capacità di drenaggio da parte del fegato e degli organi emuntori (pelle, reni, intestino, polmoni) delle sostanze tossiche elaborate nella fase digestiva; in questi casi risulta utile la riduzione delle solanacee (soprattutto pomodori, melanzane, patate e peperoni) che esaltano l’infiammazione in atto.
  • Un recente studio pubblicato su Thorax, evidenzia le relazioni di asma e rinocongiuntivite con l’obesità, l’esercizio fisico e la dieta. Il lavoro, condotto in Spagna su bambini in età scolare, ha evidenziato come la dieta ricca in pesce, frutta e verdura sia potenzialmente protettiva nei bambini già affetti da asma severo, mentre l’obesità costituisce un importante fattore di rischio per questa forma d’asma e per la rinocongiuntivite.
  • Un lavoro australiano (Am J Clin Nutr 2003; 78: 414-421) condotto su più di 1600 adulti, ha evidenziato un aumento del rischio di asma con il consumo di bevande a base di soia, mentre le mele e le pere sembrano essere elementi di protezione.
Da queste segnalazioni si può intuire come sia importante orientarsi verso un programma nutrizionale con elevata presenza di fattori protettivi; una dieta a base di pesce (ricco in acidi insaturi, soprattutto omega 3, che riducono lo stimolo infiammatorio), frutta e verdura di stagione (ricche in flavonoidi, carotenoidi, zinco e selenio, tutti fattori naturalmente antinfiammatori e antiossidanti) gioca un ruolo fondamentale nell’equilibrio del sistema immunitario di difesa individuale. In questo contesto è bene ricordare il beneficio ottenuto con la drastica riduzione del latte e dei prodotti caseari: in altri articoli abbiamo documentato l’aumento della resistenza all’insulina e quindi il maggior sostegno all’infiammazione indotto da una dieta ricca in latticini, ma è utile anche ricordare che questo gruppo di alimenti favorisce un ipersecrezione bronchiale di muco, compromettendo quindi il miglioramento clinico.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la ricerca di eventuali intolleranze alimentari: si ricordi che le ipersensibilità alimentari possono sostenere uno stimolo infiammatorio persistente, e il loro controllo attraverso una dieta di recupero della tolleranza immunologia può migliorare la capacità reattiva del soggetto asmatico. In letteratura sono anche descritte forme di asma da tartrazina e da benzoato di sodio; il primo è un colorante codificato dalla sigla E 102, che si trova soprattutto nei prodotti dolciari industriali, bibite, gelati, salse, ecc. mentre il sodio benzoato (E 211) è un potente agente antimicrobico che le industrie alimentari utilizzano per aumentare la conservazione dei cibi confezionati (è bene ricordare che i formaggi e lo yogurt producono naturalmente benzoato di sodio attraverso un’attività fermentativa).
Segnaliamo infine un aspetto ambientale; una ricerca australiana (Thorax 2004;59:746-751) ha documentato un aumento fino a 4 volte dell’incidenza di asma infantile in bambini esposti ai vapori dei comuni prodotti di pulizia per la casa, ricchi di sostanze organiche volatili, decisamente irritanti.
Staff Nutrifood.