La sindrome premestruale
19 Dicembre 2007Con il termine di Sindrome Premestruale si definisce una serie di sintomi di natura fisica, comportamentale e psicologica, che possono manifestarsi, insieme o separatamente, nei giorni precedenti la comparsa delle mestruazioni. Si stima che almeno il 40 % delle donne in età fertile, nei 5-7 giorni che precedono l’inizio del ciclo mestruale, soffrano di alcuni di questi sintomi. Le cause della sindrome premestruale (SPM) non sono del tutto conosciute. Per molto tempo si è creduto che l’aumento degli estrogeni fosse una delle cause principali di questa sindrome, mentre teorie più recenti individuano nell’aumento di prolattina il fenomeno causale più rilevante. Da non dimenticare poi l’ipotesi che ricondurrebbe alla diminuzione del neurotrasmettitore serotonina molti dei sintomi legati alla sfera emotiva (irritabilità, cambiamento d’umore, depressione).
Tra i sintomi fisici più frequentemente osservati vi sono seno dolente (mastodinia), gonfiore addominale, cefalea ed emicrania, aumento di peso, acne o eruzioni cutanee, stipsi o diarrea; tra quelli psicologici i più comuni sono irritabilità e tensione emotiva, crisi di pianto immotivate, depressione, stanchezza marcata, aggressività, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, appetito insaziabile.
Talvolta la sintomatologia non è così grave da richiedere un trattamento specifico; per alcune donne invece la SPM rappresenta un vero e proprio ostacolo che compromette le normali attività lavorative, la vita quotidiana e le relazioni sociali.
In questi casi è utile qualche suggerimento sulle abitudini alimentari e lo stile di vita:
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limitare il consumo di cibi ricchi di grassi saturi ( burro, latticini, salse, oli vegetali idrogenati, ecc.);
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ridurre il sale e l’assunzione di alimenti fortemente salati (formaggi, salumi ed insaccati, patè, prodotti in salamoia, olive, ecc.); il sale infatti aumenta la ritenzione dei liquidi e contribuisce quindi a determinare il gonfiore avvertito in taluni casi;
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preferire il consumo di frutta e verdura, preferibilmente a carattere stagionale;
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consumare pesce, meglio se azzurro, ricco di grassi polinsaturi e sali minerali;
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evitare il consumo di zuccheri semplici, scegliendo carboidrati complessi (cereali, riso, legumi, patate);
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preferire una dieta ricca in magnesio e vitamina B6, che aiutano il fegato nel supplemento di lavoro che deve affrontare;
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svolgere una regolare attività fisica, al fine di favorire il rilascio di endorfine antidolorifiche, che nella sindrome premestruale diminuiscono;
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ridurre il fumo e le sostanze eccitanti (caffè, cole, the, ecc.) che potrebbero aumentare l’irritabilità.
Infine è bene sottolineare l’importanza del controllo delle proprie intolleranze alimentari, che, aumentando lo stimolo infiammatorio in maniera persistente, aumentano l’espressione di alcune manifestazioni descritte, come la tensione addominale, la ritenzione idrica e l’astenia marcata.
Staff Nutrifood.