Hamburger e…rosso catrame!
6 Gennaio 2008Hamburger e patatine? No, meglio con una porzione di rosso catrame! A distanza di poche settimane dalla pubblicazione su Lancet di un documento in cui si lanciava un monito a proposito della pericolosità dei coloranti aggiunti a moltissimi prodotti industriali (di cui Nutrifood ha dato informazione), il quotidiano inglese The Independent rincara la dose, riportando i dati di una ricerca condotta allo scopo di svelare la presenza di sostanze artificiali aggiunte ai piatti serviti nella più grande catena mondiale di fast food, il McDonald’s.
In 578 occasioni distinte lo studio ha rivelato una media di 7 numeri E (la sigla che codifica i coloranti e gli additivi) per ogni prodotto consumato. Più volte i vertici della società hanno ribadito che le carni utilizzate per la produzione degli hamburger sono al 100% di origine bovina, ma il pane, le salse ed i formaggi che li accompagnano contengono molte sostanze artificiali aggiunte, che potrebbero essere causa (o concausa) di pericolosi “effetti collaterali”, come iperattività nei bambini o reazioni allergiche ed asmatiche anche negli adulti. Il quotidiano britannico sostiene che ben 4 dei sette ingredienti individuati come tossici dalla ricerca pubblicata su Lancet, risultano presenti nei vari menù consumati al McDonald’s: E104, E110, E124 e E211. Gli additivi risultano presenti in quasi ogni prodotto consumato, comprese le insalate (soltanto il the, il sacchetto con la frutta e le carote alla julienne non contengono numeri E). L’analisi dell’Independent è stata fatta su circa 2000 componenti alimentari elencati sul sito web dell’azienda, che più volte ha dichiarato di voler ridurre l’utilizzo di sostanze artificiali aggiunte; a queste buone intenzioni però non sono mai seguiti fatti significativi, e, anzi, la presenza di questi additivi negli ultimi anni sembrerebbe addirittura aumentata.
Non si deve inoltre sottovalutare il problema legato alla presenza dei grassi vegetali (idrogenati e non) e delle margarine, abbondantemente utilizzate dall’industria alimentare e dalle catene di fast food. Diverse associazioni di consumatori negli Stati Uniti avrebbero richiesto una specifica segnalazione in etichetta dei possibili danni indotti dal consumo di questi grassi. E’ ormai noto e pubblicato in Letteratura scientifica che queste sostanze aumenterebbero il rischio degli incidenti cardiovascolari e delle malattie croniche e degenerative.
Infine, è bene ricordare la questione legata al sovrappeso e all’obesità. Negli ultimi anni, anche in Italia, si è verificata un’allarmante ascesa del numero di persone in eccesso ponderale; quasi il 45% dei maschi adulti ha problemi di peso, e oltre il 10% di questi risulta obeso. Ancor più inquietanti i dati relativi ai bambini: tra i 6 e i 9 anni quasi 35 su 100 risultano in sovrappeso o, peggio, obesi.
L’eccesso ponderale nella grande maggioranza dei casi è da ricondurre ad abitudini che fanno capo a modelli socio-culturali da modificare; non è mai tardi per cominciare a far prevenzione a tavola cambiando queste consuetudini. Imparare a nutrirsi è una necessità di tutti.
Staff Nutrifood.