Adhd e laboratori di pedagogia
18 Aprile 2008
Sempre più spesso sentiamo parlare di "Sindrome da ADHD" (Sindrome da iperattività e deficit dell’attenzione) ed è giusto domandarsi se in realtà non ci si trovi di fronte ad una facile interpretazione del comportamento umano. Forse siamo in presenza di una semplice "evoluzione" della nostra specie, con nuove generazioni diverse, sempre più attive e presenti nel mondo adulto sin dalla tenera età.
Nutrifood ha già dibattuto il tema delle sindromi pervasive di sviluppo, anche dal punto di vista delle tossicità alimentari ed ambientali, come per esempio quelle relative al carico da metalli pesanti tossici, facilmente identificabili attraverso l’esecuzione di un Mineralogramma; in questo articolo si cerca di affrontare il problema dal punto di vista pedagogico.
Sicuramente ogni cambiamento crea perplessità, ma non necessariamente si tratta di ADHD.
Fatta questa premessa, in presenza di bambini iperattivi si potrebbero studiare nuovi approcci pedagogici che possono in qualche modo sostituire il facile uso (ed anche abuso talvolta) del farmaco a favore di metodi meno invasivi.
Vi è la tendenza ad etichettare il bambino come affetto da tale patologia e, come per tutte le altre, viene somministrata la pillola miracolosa che risolve ogni problema…ma è una tendenza pericolosa.
In questo senso la pedagogia può offrire grandi contributi in questo ambito, grazie alla sua natura ed alle sue potenzialità educative. E’ giusto demandare alla pedagogia ciò che le appartiene, ossia l’intervento educativo in situazioni diversificate, compresi i disagi più o meno manifesti del genere umano.
I laboratori didattici rappresentano ad esempio uno strumento di lavoro molto valido per le caratteristiche innate, funzionali alle esigenze educative di coloro che si trovano di fronte a bambini iperattivi, molto vivaci, che accettano con difficoltà le rigide regole scolastiche.
Ciò che per alcuni bambini è una semplice regola come stare seduti al banco, tenere in ordine le proprie cose, mettersi in fila per andare in cortile, ecc… diventa inverosimile per coloro i quali non riconoscono tali comportamenti come norme da rispettare. A volte non basta spiegarlo e, oltre alla stretta collaborazione tra casa e scuola, che dovrebbe essere garantita ma che spesso viene a mancare, esistono delle diversità caratteriali, temperamentali, strutturali, che generano molteplici e diversificati comportamenti.
Attraverso un laboratorio abbiamo la possibilità di inserire il bambino in un contesto educativo diverso da quello classico in aula.
Questo perché il laboratorio presenta alcune importanti peculiarità:
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le regole sono diverse e modificano completamente la percezione dell’attività da svolgere che assume caratteri più ludici e meno didattici;
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il bambino riconosciuto come iperattivo in classe, diventa spesso un creativo in laboratorio, in grado di esprimere attraverso un altro canale la propria personalità, facendo scoprire così delle sue caratteristiche latenti;
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il laboratorio è un mezzo di comunicazione, offre la possibilità di trovare nuovi linguaggi con cui esprimersi.
Quelle sopra elencate sono solo alcune proprietà pedagogiche dei laboratori, ma possiamo già comprenderne le potenzialità educative soprattutto in casi di disagio o difficoltà scolastiche di vario genere.
Sicuramente nell’ambito dei laboratori la pedagogia ha ancora molto da fare e molto da offrire; è necessario che tutti gli "addetti ai lavori" accettino una riflessione in merito, affinché la salute dei nostri bambini resti un diritto umano universale.
Sonia Pagliarino, consulente Nutrifood.