La tossicità dell’aspartame

30 Giugno 2009 By Paolo Palmas
L’aspartame, uno dei dolcificanti artificiali più consumati nel mondo, è nuovamente sotto inchiesta; ammesso per la preparazione di alimenti solidi nel 1981, la sua autorizzazione fu poi estesa anche per i soft drinks nel 1983. Da tempo esistono in Letteratura scientifica documenti e lavori che dimostrano la reale tossicità di questa sostanza (si è osservata in passato l’induzione per tumori di ovaio, utero, mammella e pancreas), e recenti ricerche ne testimoniano l’indiscussa cancerogenicità, soprattutto per alcuni tipi di linfomi e leucemie. L’aspartame è utilizzato da oltre 200 milioni di persone, ed è presente in più di 6000 prodotti alimentari, tra i quali compaiono bevande light, gomme da masticare, dolciumi, caramelle, yogurt e svariati alimenti per bambini.
Pur essendo sospetto da molti anni, si presume che gli interessi economici e commerciali abbiano celato le evidenze scientifiche relative alla tossicità indotta dal consumo di aspartame, al punto che le autorità competenti (FDA negli Stati Uniti ed EFSA nella comunità europea) non hanno mai preso posizioni ufficiali contro l’utilizzo massivo di questo dolcificante artificiale, nonostante la presenza di numerosi lavori ne confermasse la potenziale cancerogenicità. Già nel 1985, pochi anni dopo la sua legalizzazione, alcuni tossicologi della FDA, poi messi letteralmente a tacere, sottolinearono come l’aspartame violasse l’Emendamento Delaney, che proibisce la presenza in alimenti di sostanze chimiche responsabili di cancro negli animali.
Una recente ricerca di matrice italiana, pubblicata sulla prestigiosa rivista del U.S. National Institute of Environmental Health Sciences (Environmental Health Perspectives, vol 115; no 9; September 2007; 1293-97), conferma e rinforza i dati relativi alla potenziale induzione oncologica operata anche da basse ma ripetute assunzioni di aspartame. L’osservazione ha coinvolto 165 ratti, ai quali è stato somministrato aspartame in dosi variabili di 2000, 400 e 0 ppm; i risultati evidenziano un’incidenza via via crescente di tumori maligni (soprattutto linfomi, leucemie e carcinomi mammari) nei ratti esposti alle dosi maggiori rispetto ai controlli.
Le dosi a cui si riferiscono gli Autori del lavoro sono comparabili a quelle presenti nella grande maggioranza dei soft drinks e dei vari prodotti light; per quanto riguarda le donne in gravidanza, che spesso utilizzano questo tipo di alimenti per monitorare il peso, lo studio ha dimostrato che quando l’esposizione all’aspartame comincia durante il periodo fetale, gli effetti cancerogenetici sul nascituro sembrano addirittura amplificati.
La Nutrizione come stile di vita rappresenta a nostro avviso la vera e unica forma di prevenzione alimentare.
Staff Nutrigroup