Cresce la steatosi epatica nei giovani
29 Gennaio 2012Come più volte riportato sul nostro portale, la prevenzione inizia migliorando il proprio stile di vita e perseguendo un’educazione alimentare corretta fin dall’infanzia; in questo senso il ruolo dei genitori diventa determinante per la salute dei propri figli.
Uno studio californiano pubblicato su Pediatrics (Schwimmer JB et al, Pediatrics 2006 Oct; 118(4):1388-93) evidenzia un preoccupante dato epidemiologico: su un campione di 742 soggetti di età compresa tra 2 e 19 anni, seguiti per un decennio dal 1993 al 2003, la prevalenza di steatosi epatica è risultata del 9,6 %, con incidenza maggiore nella fascia di età tra 15 e 19 anni e nei bambini sovrappeso ed obesi. E’ un dato che implica notevoli ripercussioni per la salute a lungo termine dei bambini e dei giovani adulti colpiti.
La steatosi epatica, comunemente definita come “fegato grasso”, è senz’altro favorita da uno stimolo infiammatorio ripetuto, ma è fortunatamente una condizione reversibile, a patto che si programmi una minima attività fisica e che venga ripristinata (o iniziata) un’alimentazione corretta, attraverso l’applicazione di un modello nutrizionale a basso impatto infiammatorio. In questa direzione è fondamentale la scelta di un regime alimentare a basso carico glicemico, che permetta di modulare e limitare i rialzi di insulina, ormone che ha una spiccata attività infiammatoria; al bando il cosiddetto junk food, fatto di merendine o biscotti industriali, snack pieni di grassi idrogenati e bibite zuccherate, mentre si dovranno preferire vegetali freschi ed il consumo ad ogni pasto, prima colazione inclusa, di carboidrati e proteine in giusto equilibrio. Importante anche la valutazione ed il recupero di eventuali intolleranze alimentari, che sostengono una risposta infiammatoria da parte del soggetto che ne soffre.
La salute dei nostri figli dipende da quel che loro insegniamo, anche e soprattutto a tavola.
Paolo Palmas, Resp. Nutrigroup