Science in Nutrition 2014
16 Marzo 2014Si è concluso nella giornata di ieri il 3^ International Congress Science in Nutrition, organizzato dalla Fondazione Paolo Sorbini, con la prestigiosa partecipazione dei più illustri scienziati mondiali esperti di nutrizione; Nutrigroup, presente all’evento, diffonde un report delle 2 giornate di lavoro.
Come intuibile dal titolo, Anti-inflammation, Quality of life and Sports in Nutrition, i temi trattati si sono focalizzati sulla prevenzione nutrizionale e sulla modulazione della risposta infiammatoria, che se ben controllata può contribuire ad abbattere l’incidenza delle patologie cronico-degenerative e favorire un miglioramento della qualità di vita.
Nella giornata di venerdi 14 marzo, dopo la suggestiva apertura dei lavori da parte del Dr. David Jenkins, ideatore dell’indice glicemico degli alimenti, le esposizioni dei relatori hanno evidenziato i rischi connessi con una dieta “pro-infiammatoria” e quali possono essere gli interventi nutrizionali da adottare e alla portata di tutti per migliorare la qualità della vita. Il Dr. Barry Sears, Presidente dell’Inflammation Research Foundation e ideatore della dieta a Zona, dopo aver spiegato i principali meccanismi cellulari alla base dell’attivazione del processo infiammatorio (stimolati da una scelta alimentare ad alto impatto glicemico e non bilanciata nei macronutrienti), ha sottolineato l’importanza di alcuni meccanismi di protezione cellulare (Resolvine, Protectine, Maresine) favoriti dall’assunzione di polifenoli presenti in molti vegetali colorati e dagli omega-3, induttori dei meccanismi di riparazione. Il Prof. Thomas Stulnig dell’Università di Vienna, ha poi esposto i meccanismi di immunosoppressione e immunoattivazione indotti dalle differenti scelte alimentari, evidenziando la necessità di contrastare il processo infiammatorio presente in tutte le tappe che conducono, per esempio, dall’obesità al diabete, attraverso la modulazione della risposta ormonale al cibo ingerito. L’intervento del Dr. Attilio Speciani, Immunologo, si è poi concentrato sulla relazione delle principali citochine (BAFF, PAF, TNF-alfa, IL-1, IL-10, IL-17, SIRT1), considerate dei veri e propri messaggeri, e sulle sostanze in grado di svolgere attività antiossidante e modulatrice sulle vie di attivazione infiammatoria a livello cellulare, come gli omega-3, i polifenoli e l’inositolo. Ricordiamo che la presenza di intolleranza alimentare è considerata uno dei fattori favorenti lo stato infiammatorio. La mattinata si è conclusa con l’interessante intervento del Prof. Camillo Ricordi, da molti anni a Miami (USA), che ha concentrato le sue ricerche sull’importanza dei periciti e delle cellule staminali nel potenziale rigenerativo: un’alimentazione antinfiammatoria garantirebbe la presenza di telomeri più lunghi nel DNA, con un conseguente aumento della longevità.
Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con la suggestiva esposizione della Prof.ssa Silvana Hrelia, a capo del Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell’Università di Bologna, la quale ha concentrato il suo intervento sulle proprietà nutraceutiche di alcuni componenti presenti nei cibi: la Quercetina, un polifenolo capace di modulare i segnali che allontanano la cellula dalla morte programmata e in grado di stimolare a livello cardiaco l’induzione genica per la codifica di fattori antiossidanti, ed il Sulforafano, un isotiocianato presente in alcune crucifere, in grado di attivare a livello nucleare la produzione di fattori antiossidanti e di detossificazione cellulare. Dopo l’intervento del Dr. Robert McNamara, USA, che ha evidenziato la frequente associazione di sindromi depressive ed alimentazione neuroinfiammatoria, con alterazione dei rapporti degli acidi grassi di membrana, ha concluso la giornata il Prof. Giovanni Scapagnini, neuroscienziato, che ha esposto in maniera illuminante le potenzialità dei polifenoli presenti in natura; ad oggi si stima vi siano circa 8000 varietà differenti di polifenoli, ma solo per una piccola parte di essi si conoscono le proprietà. E’ certo che all’interno dei macronutrienti vi sono principi attivi, in parte ancora sconosciuti, che agiscono come “controller” sull’espressione genica, e in grado di attivare o silenziare meccanismi di riparazione cellulare.
La giornata di sabato 15 marzo si è invece concentrata sull’alimentazione corretta nello sport. Il Prof. Giuliano Fontani, dell’Università di Siena, ha documentato come un’alimentazione che mantenga stabile i livelli di glicemia durante la performance sia associata ad un miglior profilo delle funzioni attentive durante la prestazione agonistica, mentre il Prof. Greg Paul (USA) ha orientato il suo intervento sulle proprietà delle proteine (ad alta o bassa velocità di assorbimento) in grado di ottimizzare la sintesi proteica prima, durante e dopo la prestazione sportiva.
Hanno concluso i lavori le relazioni del Prof. Fulvio Marzatico, sul timing corretto nell’assunzione delle proteine ed del Prof. Morten Bryhn (Norvegia), che ha discusso sui meccanismi di prevenzione dei traumi sportivi attraverso l’assunzione programmata di acidi grassi marini della serie omega-3.
Come partecipante al convegno, la mia sensazione è che il progresso della scienza in campo nutrizionale possa finalmente fornire le giuste conoscenze, divulgabili a tutti attraverso concetti chiari e semplici, in grado di contrastare le malattie croniche, il diabete, il cancro e la pandemia di obesità (anche infantile) che affligge il mondo occidentale.
Ricordiamo che a livello istituzionale, il well-being è definito come il completo stato di benessere fisico, mentale, sociale e spirituale, che permette all’individuo di raggiungere gli obiettivi che corrispondono alle sue potenzialità.
Il controllo della risposta infiammatoria da cibo e il miglioramento della propria sfera emozionale e relazionale costituiscono i punti cardine di questo ambizioso programma.
Paolo Palmas
Naturopata Nutrizionista, Resp. Nutrigroup Servizi