L’avena migliora il profilo lipidico

9 Novembre 2014 By Paolo Palmas
Da tempo sono noti gli effetti sul controllo della colesterolemia esercitati dai betaglucani, fibre polisaccaridiche solubili presenti in alcuni cereali tra cui orzo, segale e soprattutto avena; questi effetti sono riconosciuti dalle autorità internazionali per la sicurezza alimentare di tutto il mondo, a dosi quotidiane non inferiori a 3 grammi.
In una metanalisi pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, che ha coinvolto 28 studi randomizzati e controllati tra il 1966 ed il 2013, si sono potuti osservare gli effetti di una dieta a base di derivati dell’avena sulla colesterolemia; un consumo quotidiano compreso tra 3 e 12 grammi di betaglucani (attraverso l’utilizzo di farine, biscotti, prodotti da forno, muesli e porridge a base di avena) ha permesso di confermare una riduzione di circa il 5-6 % del colesterolo totale e della quota LDL, quella considerata pericolosa, rispetto al consumo di prodotti con bassa concentrazione di fibre solubili o ricchi di fibre insolubili. Il periodo osservazionale mediano è stato di 12 settimane, ma gli effetti sul controllo lipidico si sono osservati già al termine della seconda settimana, per poi stabilizzarsi nelle successive.
I betaglucani sono in grado di agire sulla riduzione della colesterolemia sia limitando l’assorbimento intestinale della quota esogena, sia ostacolando la sintesi epatica del colesterolo endogeno, quello cioè “fabbricato” dal fegato.
La nutraceutica si arricchisce dunque di nuove conferme; in questo caso l’utilizzo dei betaglucani dell’avena rappresenta uno degli strumenti a disposizione di tutti per migliorare il profilo lipidico in forma totalmente naturale.
Unica avvertenza per gli intolleranti al nichel; essendo l’avena una discreta fonte, se ne raccomanda l’assunzione controllata.
 
 
Paolo Palmas
Naturopata Nutrizionista, Resp. Nutrigroup