Dieta e depressione, relazioni sempre più strette

31 Luglio 2015 By Paolo Palmas
Molti studi hanno evidenziato un aumento del rischio di sviluppare sindromi depressive in concomitanza di diete ad elevato consumo di bevande zuccherate e dolciumi in genere, ma fino ad ora non era ancora stata valutata l’associazione in funzione del carico glicemico dei pasti consumati.
In un recentissimo studio prospettico pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition (Ganqwisch et al, Am J Clin Nutr. 2015 Jun 24. pii: ajcn 103846) è stata osservata la prevalenza di sindrome depressiva in un campione di 87618 donne in postmenopausa partecipanti al Women’s Health Initiative Observational Study, monitorate per un periodo mediano di 3 anni dal 1994 al 1998; i risultati dimostrano che l’incidenza è più evidente non tanto in relazione all’assunzione di zuccheri consumati, quanto piuttosto al carico glicemico del pasto in cui essi sono inseriti. In questo senso, a parità di dose consumata, la presenza di elementi nutrizionali in grado di “scaricare” l’impatto glicemico degli zuccheri introdotti ha permesso di osservare un abbattimento del rischio di sindrome depressiva nel campione partecipante al lavoro.
I dati confermano, se ve ne fosse ancora bisogno, quanto Nutrigroup e la moderna nutrizione sostengono da tempo; l’applicazione di un modello alimentare capace di controllare e modulare le risposte ormonali è probabilmente in grado, anche in questi casi, di abbassare l’infiammazione di base ed il rischio di morbilità connesso, aprendo scenari fino ad ora non valutati nella prevenzione delle sindromi depressive.
 
Paolo Palmas
Naturopata Nutrizionista, Resp. Nutrigroup