Contrordine, i fitoestrogeni proteggono dal cancro?

15 Ottobre 2017 By Paolo Palmas
Dopo esser stati demonizzati per anni per il loro sospetto legame con alcuni tipi di cancro (in particolare seno, endometrio e prostata), i fitoestrogeni tornano alla ribalta con “menzione al merito” a loro favore.
In una nota ufficiale pubblicata dall’AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, il consumo di fitoestrogeni attraverso la dieta sembra generalmente associato ad una riduzione di molti tipi di tumore; gli studi epidemiologici mostrano che il consumo di alimenti ricchi di questi componenti (la soia e in minor misura le altre leguminose, la frutta secca e molti vegetali) esercita generalmente un effetto protettivo proprio nei confronti di quei tumori per i quali si era ipotizzato una possibile rischio, seno e prostata su tutti. Gli studi condotti nei paesi asiatici, dove il consumo di soia è particolarmente elevato, dimostrano una sensibile riduzione del rischio di cancro al seno, indipendentemente dal fatto che la malattia abbia o meno la positività ai recettori per gli estrogeni (EP+); benché complessa, la ricerca ha evidenziato che il consumo di soia e altri alimenti ricchi in fitoestrogeni non è controindicato per nessuno, al netto naturalmente di intolleranze individuali e in un saggio contesto di variabilità alimentare.
Si ricorda che i fitoestrogeni offrono anche vantaggi al sistema cardiovascolare, migliorano i sintomi più fastidiosi per le donne in menopausa, diminuiscono il rischio di osteoporosi e, come detto, di diversi tipi di tumore.
Pur non conclusivi e molto complessi, ed evitando eccessi in un senso o nell’altro, gli studi al riguardo permettono dunque di assolvere i fitoestrogeni alimentari, e forniscono un’arma in più per il raggiungimento della salute e di una miglior qualità di vita.
 
Paolo Palmas
Naturopata Nutrizionista, Resp. Nutrigroup